"La musica è quel motivo per il quale ti svegli la mattina e continui a sperare. La musica è quel porto sicuro, quell’ancora di salvezza, quella gioia infinita, quel pizzico di follia, Carmen De Benedictis nasce a Bari e risiede in un piccolo paesino di provincia, Capurso. Scopre la passione per la musica e per il canto all'età di 4 anni canticchiando la celebre colonna sonora del film “Titanic”. Inizia a studiare canto nelle più importanti scuole del suo paese. Approfonditi gli studi arrivano le prime esibizioni nei concorsi regionali , "Stella del Mediterraneo","Stella del Sud", concorso nazionale di musica "Igor Stravinsky","Una voce da Pub","The voice of Italy","X-factor". Subito dopo decide di realizzare la sua prima esperienza con la band, cimentandosi in una rivisitazione dei brani della nota artista italiana Elisa. Successivamente nasce il duo "Jazzed", progetto acustico in chiave soul, pop, blues, reggae e rock, accompagnata dal chitarrista Alessandro Di Giulio. Un progetto destinato ad allargarsi con una formazione di ben 4 elementi: voce, chitarra, basso (Angelo Verbena) e batteria (Vito Taccogna). Al momento è impegnata nella realizzazione del suo primo disco prodotto da Stefano Romano. Il primo singolo ufficiale è "Non andare via" che apre le porte per un nuovo binario musicale nella vita dell'artista. D- Carmen De Benedictis, raccontaci il tuo esordio nel mondo della musica. E’ iniziato tutto quando avevo 4 anni. Era da poco uscito, nelle sale cinematografiche, il film “Titanic”, e mentre tutti si commuovevano per la triste storia d’amore, io cercavo di imitare Celine Dion, voce della splendida colonna sonora del film, intitolata “My heart will go on”, in un inglese alquanto maccheronico. Crescendo ho iniziato a prendere lezioni di canto nella scuola di musica del mio paese, ad esibirmi in vari concorsi regionali e a fare provini qua e là. Fino ad arrivare al momento in cui ho sentito la necessità di esprimermi con dei progetti live, prima in duo e poi con una band intera, e a girare con gli stessi in vari locali della Puglia. Da qui poi il progetto da solista, con una serie di brani inediti scritti e prodotti da Stefano Romano della ColoreSuono. D- Il tuo è un percorso artistico fatto di studio ed impegno costante, chi è stato fondamentale nella tua formazione e preparazione? Chi mi ha da sempre accompagnata in questa costante formazione e preparazione, è stato indubbiamente e inevitabilmente, il mio insegnante di canto Alessandro Spadavecchia. E’ a lui che devo dire grazie per essere diventata quella che sono, per avermi aiutata a crescere, ad essere forte, a superare le “sconfitte”, per avermi spronata e per avermi insegnato tanto, non solo professionalmente, ma anche umanamente. D- Concorsi canori, talent, esibizioni live, parlaci delle tue esperienze in merito. Quanto è importante mettersi in gioco per far emergere il proprio talento? L’esperienza sui palchi, secondo me, è la migliore formazione. Sul palco cresci, impari, studi, scopri, conosci, comprendi. La teoria diventa pratica e solo lì, puoi renderti veramente conto di cosa è la musica. Mi sono sempre messa in gioco, sin dall’inizio, in qualsiasi concorso, in qualsiasi provino, in qualsiasi live, perché è solo mettendosi in gioco che si può far emergere il proprio talento. Avere fame di competizione, ma di una competizione sana e positiva, che porterà inevitabilmente ad una crescita. D- Cos'è la musica per Carmen De Benedictis? Eh, bella domanda. E’ difficile descrivere cos’è per me la musica in poche righe, finirei anche per essere banale nella risposta. Ma ci provo. La musica è quando un brivido ti attraversa tutto il corpo e lo pervade fino a farti provare una sensazione di benessere interiore. La musica è quando ti viene voglia di ballare anche se tu fossi nuda sotto la pioggia davanti a milioni di persone. La musica è colei che ti fornisce le parole quando ormai le hai finite. La musica è quel motivo per il quale ti svegli la mattina e continui a sperare. La musica è quel porto sicuro, quell’ancora di salvezza, quella gioia infinita, quel pizzico di follia, che ti permette di vivere e sopravvivere nel mondo. D- Come nasce il progetto "Jazzed"? Il progetto "Jazzed" formato da me alla voce e Alessandro Di Giulio alla chitarra nasce nel novembre del 2012, per uno strano caso del destino, dall'incontro sul web di due personalità molto forti e con le idee molto chiare. Sin dalla prima prova, capimmo che tra di noi c'era feeling, sintonia, e decidemmo di intraprendere questo progetto. Qualche anno di differenza tra noi, ma la determinazione era la stessa. Chitarra e voce e il gioco è fatto. Ci destreggiamo sulle note del soul, improvvisiamo su quelle del blues, ci divertiamo sulle calde note del reggae, passando anche attraverso il pop e il jazz. Il nome del duo è un po' una rivisitazione del verbo "to jazz", che a primo impatto rimanderebbe al genere musicale, ma nel linguaggio colloquiale "To Jazz" significa "vivacizzare", "rallegrare", "animare" ed è proprio quello che noi ci proponiamo di fare. Rendere indimenticabili le serate, le cerimonie o qualsiasi genere di evento. D- "Non andare via" è il tuo singolo in promozione, quale messaggio è racchiuso in questo pezzo? Il mio primo singolo, intitolato "Non andare via" è scritto e prodotto da Stefano Romano della ColoreSuono. Non è la solita canzone d’amore ma una riflessione tesa al restare. Niente tristezza, niente frasi strappalacrime. Un sound fresco e piacevole già al primo ascolto, pronto ad essere canticchiato. "Non andare via", titolo della canzone, è la frase che ritorna più spesso, in un costante andirivieni, motivo per cui, essa rimane impressa, senza lasciarci più. D-Progetti e ambizioni. I progetti e le ambizioni sono molte, avendo vent’anni ed essendo ancora all’inizio della mia carriera. Mi sento un treno ad alta velocità in piena corsa. Sono determinata e ho voglia di fare. Quindi mi cimenterò in qualsiasi cosa si presenterà sulla mia strada, affinché il mio bagaglio sia sempre più ricco. L’ambizione più grande comunque, è quella di calcare i palchi migliori, per arrivare ad una fetta sempre più grande di pubblico e ovviamente riuscirlo ad emozionare. Michela Zanarella Monster, the new EDM single by Verbeni
Mixato e Masterizzato da Luca Cerchi presso il Black Diamond Studio di Genova (Italy) il nuovo singolo EDM della stagione estiva 2014 prodotto da Maurizio Verbeni Dopo 30 anni di esperienza da DJ internazionale Verbeni esce con un singolo EDM nuovo di zecca in esclusiva per farvi ballare ancora e ancora perché l’estate non finisce tanto presto perché dentro di voi battono forte amore, passione e Vibe perché Monster è la nuova rivoluzione EDM !!! BIOGRAFIA MAURIZIO VERBENI Maurizio Verbeni in arte "jazz voice", inizia la sua carriera nel 1977 e decide di operare nel settore italiano aprendo una nuova etichetta discografica dal nome Prima Musica Italiana oltre alla sua già nota Groove Inside Records. Dopo 35 anni di esperienza, è tra i protagonisti indiscussi della scena House Mondiale, e con le sue produzioni & remix tra le più ballate della Galassia, con artisti del calibro di: Peter Gabriel, Leee John (Imagination), Rozalla, Thelma Huston, Boy George, Michelle Weeks, Barbara Tucker, 2 Unlimited, Amber Dirks, Mj White, Kurtis Blow, Orlando Johnson, Anita Ward, Faithless, Kenny Bobian, Annette Taylor, Damian Wild, Debbe Cole, Jill Jones, Adolfo, Iona, Jamie Dee oggi la famosa "Marina Rei", Eve Gallagher, Michael Procter, Carol Jiani, Jocelyn Brown, Sabrina Jhonston, Oliver Cheatman, 49 Ers, la nuova artista emergente italiana Linda d, ecc ecc... MONSTER, THE NEW EDM SINGLE BY VERBENI MIXING AND MASTERING by Luca Cerchi in Black Diamond Studio at the Genoa (Italy) the new single EDM of the summer season 2014 produced by Maurizio Verbeni After thirty years of experience from international DJ Verbeni comes out with a brand new single EDM from mid-August an exclusive by Beatport to make you dance again and again because summer does not end anytime soon because inside you fight strong love and passion because Monster is the new revolution EDM! WHO IS DJ VERBENI? Maurizio Verbeni AKA “Jazz Voice” was born in Rome.He started his career as a DJ when he was just 20 years old.Clubs as Jackie’O, Gil’s (Gil Cagnè’s club), Blu Zone, and Gasolyne were all places where Maurizio had his firsts gigs.After that, in a really short time, his music style was diffuse for all Italy so from the Italian capital, he started to move also to other cities to show to everyone his qualities.Just to say some clubs as example : Kinki (Bologna), Hipe (Caserta), Imsomnia (Cattolica), Diva (Novara), Rebus (Tropea), Quasar (Perugia), Dorian Gray (Perugia), Colibrì (Perugia), Privilege (Perugia), Formula Uno (Città di Castello – Perugia), Jona (Sperlonga), Metropolis (Foggia), Pantheon (Foggia), Vip (Cortina), Pineta (Milano Marittima),..and many more..(this was just the begin...)In 1992 Maurizio discovered his abilities to make music.He firstly “baked” a record named “Jazz Voice”.This first record was played in every best clubs.Then Maurizio decided to use “Jazz Voice”as his artistic name.Radikal Records (New York) took his record to publish it, MBG (Italy) made the same thing as Radikal.After that, this big hit was inserted in many compilations.Jazz Voice’s record was so famous that it “travelled” all around the world.After that Maurizio Verbeni started new collaborations with other important labels as UMM, X-Energy, Flying Records, Media Records, Dig It International, MBG, BMG Ariola, Sony Music, Disco Magic, ect..Maurizio decided to move to America to discover the music world starting new collaborations with producers as Costantino Padovano, Ralf Dee, Martin Monster Aurelio, Benji Candelario, Alan Jeffrey,as well as record companies as Eightball Records, Cutting Records, Northcott, Radikal Records.He used to play in New York at “Studio 54”.From there he started to do important remixes for artists like Gwen Mc Cray, Annette Taylor, Rozzalla, Thelma Houston, Jacqueline, Lee Genesis, Debbe Cole, Kenny Bobian, 2 Unlimited, Dominica, Suzi Carr, Damian Wild, Imagination..The American experience opened to Maurizio other frontiers in Europe.He started to do important projects as the remixes for:Eve Gallagher, Jill jones, Adolfo, Iona, Mj White, 49ers, Donald O’, Faithless, Jamie Dee, etc..1996 was a great period for Maurizio so he decided to opens a his own record company (SOM Records) togheter with the Maurizio’s collaborators Mirko Braida and Paolo Cimarelli.Som Records produced artists like : Annette Taylor, Leee John, Debbe Cole, Lee Genesis, Dittongo, Instict, ect..Now, after 6 years, Maurizio Verbeni come back to the music world...with new productions and remixes who everybody will listen very shortly...! Ufficio Stampa/Press office Francesca Molon/Michela Zanarella ELFA Promotions www.elfapromotions.com Info DJ: http://www.beatport.com/artist/maurizio-verbeni/53864 "La musica è il leitmotive della mia vita, la mia risorsa quotidiana, il dovere del lavoro e la gratificazione artistica. Dico sempre che sia stata la musica ad avermi arruolata tra le sue fila..." D- Il tuo brano "The Cage" è stato scelto dalla regista Mirca Viola come colonna sonora del film "Cam Girl", come nasce questo pezzo e qual è il suo punto di forza?
“The Cage”, a dire la verità, nasce prima di incontrare il cinema, in un momento per me di particolare travaglio e difficoltà. Penso che Mirca abbia scelto questo brano per il suo film proprio per l’idea della gabbia dorata a cui la canzone rimanda, immagine che bene sposa l’esperienza che fanno le 4 cam girl nel film. Il fulcro della song è racchiusa nel suo ritornello dove il desiderio di voler essere liberi dalle gabbie che ci imprigionano si alza a gran voce, anzi, a più voci, quelle delle vocalist di NYC. Questo è il primo singolo di tutto un nuovo album e ne anticipa la sonorità più marcatamente R & B e soul, e se vuoi anche il mood, a tratti riflessivo e maliconico. D-Il brano vanta la collaborazione di grandi vocalist del panorama Gospel di New York, che danno al pezzo sonorità soul e R ‘N B. Come sei entrata in contatto con Angela Watson-Modeste e Bernice Sista B Harley, com'è stato lavorare con loro? Il mio background affonda lunghe radici nel gospel, e da tempo la grande passione per questo genere mi ha portato a collaborare con diverse formazioni americane. Con le “ragazze”, così come le chiamo io, è nato un feeling particolare e per questo motivo ho deciso di portarle con me, nel mio progetto. Ogni volta che ho l’opportunità di lavorare con cantanti come loro rimango sempre sorpresa di come si possa avere un controllo così millimetro su una voce così grande e profonda, e poi il sound penso che sia a volte una questione di pelle, o ce l’hai o non ce l’hai. D-Sei stata per tanto tempo vocalist al fianco di artisti come Neja, Arthur Miles & The Allstars Gospel, Lee Brown, Fred jr. Buscaglione, per citarne alcuni, cosa ti hanno trasmesso a livello artistico e professionale? Ogni esperienza del mio percorso per me è stata preziosa, mi ha permesso di mettermi in gioco e di imparare ogni volta un pezzettino in più. La musica ti porta a viaggiare molto, a fare sempre nuovi incontri, a vivere momenti e situazioni differenti, ognuna delle quali, se riesci ad ascoltare bene, ha qualcosa da darti. Poi ad un certo punto l’esigenza di fare emergere Silvia Tancredi si è fatta sempre più forte, sia dal punto di vista del carattere vocale che di quello della scrittura, ed è per questo motivo che ho deciso di investire sulla carriera solista. D- Tornando al film "Cam Girl", cosa pensi delle giovani ragazze che si spogliano per soldi nel web? Durante la conferenza stampa di presentazione del film Mirca raccontava di aver incontrato di persona alcune cam girl, e di avere constatato che esistono casi molto differenti: alcune donne lo fanno per scelta, altre per bisogno. Sulle prime penso che non si possa dire nulla, ognuno di noi è libero di fare ciò che vuole e proprio quando invece, come nel secondo caso, questa libertà viene a mancare che ritengo che sia davvero un problema molto serio. Purtroppo viviamo un momento in cui le scorciatoie per il denaro sembrano essere la strada più “furba”, ma non credo proprio che questa sia la soluzione giusta. La dignità e il rispetto per noi stessi arrivano prima di ogni cosa. D- Ripercorrendo le tappe della tua carriera, cosa ritieni sia stato fondamentale per arrivare a ciò che sei ora come artista? Hai fatto degli studi particolari? Chi ti è stato di supporto durante la formazione? Lo studio penso sia una risorsa ed uno strumento fondamentale nella vita di tutti, artisti compresi. Ho la fortuna di essere una persona molto curiosa e questo stimolo mi ha accompagnato sia nel mio percorso di studi che in quello artistico. Dopo il diploma in canto ho continuato gli studi musicologici in campo universitario e penso che questo doppio punto di vista mi abbia dato una marcia in più, una visione più completa sulla musica. Penso che non si finisca mai di imparare, e la capacità di sorprendersi è una qualità che non dovremmo mai perdere: attraverso la mia musica cerco di tenere vivo il mio dialogo con il mondo, e ogni volta che la vita mi stupisce nasce una scintilla per una nuova canzone. D-Cos'è la musica per Silvia Tancredi? La musica è il leitmotive della mia vita, la mia risorsa quotidiana, il dovere del lavoro e la gratificazione artistica. Dico sempre che sia stata la musica ad avermi arruolata tra le sue fila: ogni giorno c’è una piccola battaglia da affrontare per poter conservare e valorizzare un bene così importante per la nostra vita. A volte immagino un mondo completamente privo di suono: sarebbe un po’ più vuoto e triste. D-Prossimi impegni? Finita la promozione di “The Cage” lavoreremo per il lancio di un nuovo singolo. Il nuovo album è pronto, ormai siamo liberi dalla gabbia, non ci resta che volare. Michela Zanarella Esce in questi giorni "Colpo di pistola", il primo EP delle Officine Alchemiche. Il nuovo progetto discografico conferma l'originalità del gruppo pontino che con la giusta carica ed energia sa conquistare la critica e il pubblico. E' partito a gennaio 2014 un tour carico di adrenalina nelle principali radio e città italiane. Esce in questi giorni "Colpo di pistola", il primo EP delle Officine Alchemiche. Il nuovo progetto discografico conferma l'originalità del gruppo pontino che con la giusta carica ed energia sa conquistare la critica e il pubblico. E' partito a gennaio 2014 un tour carico di adrenalina nelle principali radio e città italiane. “Colpo di pistola” segna l'esordio discografico del gruppo Offcine Alchemiche. Il disco è stato registrato in studio a fine agosto e l'uscita è prevista per metà marzo. In ordine di tracklist vediamo in primis il singolo ad effetto che apre l'ep, "Mezz'ora un attimo"ove l'intesa tra pianoforte e chitarra elettrica risulta perfetta. "Mi fai tremare più che mai" canta Christian Marchetti,l frontman del gruppo ed è il ritmo pulito e preciso a garantire l'intensità del brano. Notevole anche "Voglio vederti piangere" che dà un chiaro input all'ascoltatore su quale sia la facilità del grupo di passare da uno stile musicale ad un altro. La carica della batteria, il sound energico di chitarra elettrica, la voce calda e avvolgente del cantante aprono il brano "Cambio pelle", un pezzo di rock autentico. "Io preferisco vivere i giorni che continuano", è il tempo che scorre inesorabile e la pelle ruvida cambia come cambia il mondo e c'è la consapevolezza della propria trasformazione interiore ed esteriore e "Non è più un sogno". Uno stile sicuramente interessante, capace di accendere gli animi di chi ascolta, che ci accompagna in un viaggio sonoro ed emozionale di qualità. “Colpo di pistola”, ultimo brano a chiusura è la canzone che dà anche il titolo uffiicale all'EP. Colpo di pistola è una dedica dei membri del gruppo al batterista e mantiene la carica costante del rock mentre il testo conferma un grande valore di parole e musica. Un brano efficace che cattura e che è stimola l'ascolto sia come ritmo che sonorità: "Colpo di pistola/il dolore è un nodo in gola/vorresti abbandonarti mentre un angelo ti sfiora". Ora siamo così curiosi di conoscere le Officine Alchemiche che li intervistiamo per voi! D- Come si è formato il gruppo e perchè Officine Alchemiche? Piero Falconio (drummer): "Officine Alchemiche è un progetto nato e fortemente voluto da Christian Marchetti che, precisamente un anno fa, ha scelto tre amici prima di tutto e poi musicisti per dar luce alle sue idee, alle sue emozioni, alle sue esperienze, in chiave musicale. Il nome racchiude tutto ciò che queste persone stanno traducendo nella realtà musicale. L’Officina di per sé è sinonimo di lavoro, di sudore, di energia e sacrificio, ma soprattutto di creazione, del plasmare il solido dal liquido incandescente, del riparare quello che sembra perduto, del riportare a nuova luce quello che sembra antico e dimenticato. Alchemiche semplicemente perché la sintonia tra gli elementi delle Officine scaturisce da un istinto quasi primordiale, ed in quanto tale non spiegabile semplicemente a parole. L’Alchimia stessa del resto è “una scienza” non del tutto comprovata..." D- Avete partecipato al Cantagiro, al concorso "Saranno Successi" ed ora è in uscita il vostro primo Ep "Colpo di pistola", un percorso artistico in continuo mutamento. Le prime impressioni sulle attività presenti? Cosa vi aspettate da questo EP? Christian Marchetti (frontman e vocalist) : "Il Cantagiro è stato un ottimo trampolino di lancio per il nostro primo singolo “Mezz’ora un Attimo”, del resto non potevamo mancare ad una delle manifestazioni italiane storicamente più importanti. Soprattutto perché ci ha dato l’opportunità di essere ascoltati e apprezzati a livello nazionale. Arrivare alle semifinali è stata una grandissima soddisfazione. Il Saranno Successi 2013 invece ci ha permesso innanzitutto di presentarci ufficialmente al “nostro” pubblico di Latina, nello stesso contesto poi abbiamo potuto rodare e affinare i nostri brani per l’impatto “live” vero e proprio. Questi appuntamenti insieme alla realizzazione dell’Ep non solo ci hanno dato enormi soddisfazioni, ma ci hanno stimolato a proseguire con ancor più energia il nostro percorso artistico durante l’autunno-inverno. D- Grandi progetti in vista dell'estate quindi. Qualche anticipazione? Daniele Pozzati (bassman): "Stiamo valutando alcuni appuntamenti per la primavera-estate 2014.Possiamo anticipare che sarà un periodo molto “caldo” già da metà Marzo per quanto riguarda soprattutto i “contest live”, per cominciare, nella zona della Capitale per poi spostarci più lontano. Ci sentiamo pronti e assolutamente “carichi” anche perché il palco è la nostra più naturale dimensione. Quindi stay tuned! Fortunatamente per fare tutto questo ci avvaliamo della preziosa collaborazione di ELFA Promotions, la realtà artistica che cura per noi tutto quello che riguarda lo scouting, la promozione web, radio e stampa, il management e le pre produzioni(compreso l’Ep) dei nostri lavori." L'uscita dell'EP è prevista per metà marzo in tutti i maggiori store digitali mondiali e sarà afiancato da un tour radio molto intenso che ha già avuto inizio a gennaio e da diverse date live. Potrete aggiornarvi su tutte le attività del gruppo Officine Alchemiche sul sito del loro management ELFA Promotions al link www.elfapromotions.com nonchè sulla loro official fan page du facebookm al link: www.facebook.com/OfficineAlchemicheBand Michela Zanarella Ox, Osmel Fabre, è cantautore, musicista, cantante, fotografo, un artista di talento. D- Ox, Osmel Fabre, cantautore e musicista, cantante e fotografo, come è avvenuto il tuo esordio nel mondo della musica? R. Diciamo che ho sempre avuto una certa sensibilità per tutto quello che è arte. A 15 anni ho preso lezione di chitarra classica, ma la prima cosa che ho fatto è stato imparare due accordi e poi scrivere una canzone “Flying on a cloud”, mi pare si intitolasse. Per anni ho scritto (e studiato poco), solo recentemente ho ripreso, ma con una marcia più…mirata! D-Quali sono le tappe principali della tua formazione artististica, hai fatto degli studi specifici? R. A parte due anni di chitarra classica e qualche mese, recentemente, col Maestro Galliano Prosperi, non ho studiato molta chitarra. Per quanto riguarda il canto, ci ho provato…ehehh, ho preso qualche lezione col Maestro Roberto Sterpetti e con la fantastica Cinzia Spata. Ho fatto poi un grosso lavoro personale, una ricerca approfondita su che tipo di voce volevo e che tipo di sonorità mi interessava avere, e su questo ho lavorato per quasi due anni e tutt’ora è una ricerca continua. Per questo non mi definisco né cantante né chitarrista, mi limito a quello che senza dubbio so fare meglio, essere un cantautore. D-Dopo 9 anni come cantante e frontman del gruppo ska e rocksteady “I Maghi di Ox” hai scelto una carriera da solista, cosa ha motivato questa decisione? R. Diciamo che il percorso con I Maghi è stato all’inizio un percorso formativo e goliardico. Nel tempo si è trasformato in qualcosa di più viscerale. Il Senso dello Spettacolo. Lo stare sul palco è diventato un’esigenza, un piacere carnale. Vedere i volti della gente che canta, che balla, che ascolta si è trasformato in un bisogno. Ad un certo punto però, per via di alcuni cambiamenti nella mia vita privata, ho ripreso a scrivere dopo quasi 10 anni che avevo smesso, dedicandomi alla fotografia. E questo nuovo filone iniziava a diventare interessante sebbene acerbo. Così fra una crisi dei Maghi e l’altra, tra una conferma e l’altra sulle mie canzoni, ho iniziato a vedere del materiale interessante tra quello che scrivevo. La conferma morale l’ho avuta dopo essere stato una settimana a Londra a suonare in vari locali da solo, chitarra e voce. Lì ho percepito la forza del progetto e tornato a casa mi sono messo al lavoro con più profondità. Nel frattempo il progetto con i Maghi andava molto a rilento, sia la scelta editoriale che la crisi del mercato, non giocavano a nostro favore. Poche serate pagate poco. Quindi diciamo che lo sforzo fisico ed intellettuale non valevano più la candela. A quel punto ho pubblicato “When Things Come Easy” e ho deciso di provare a seguire il mio progetto. D’altro canto però l’essere frontman di due progetti così diversi all’interno della stessa città non credo fosse un buon modo per iniziare la carriera solista. Quindi, insomma, sono state tante le motivazioni. D-"When Things Come Easy” è il tuo primo album ufficiale, dopo "New Life" considerato album sperimentale. Come è nato l'album "When Things Come Easy”? R. “When Things Come Easy” nasce come “raccolta” di canzoni scritte nel corso degli ultimi due anni. Fra queste ci sono anche brani pubblicati con New Life ma rivisti (King and queen) o rieditati (Colours, Wherever you are). Diciamo che non è proprio un concept album e che non c’è una vera e propria storia alle spalle. Il titolo infatti fa strettamente riferimento alla produzione, alla semplicità con la quale mi venivano i brani, senza una ricerca specifica di genere o tecnica, ma sicuramente una ricerca sperimentale. D-Voce e chitarra è un binomio perfetto per la tua musica. Mi hanno particolarmente colpito la tua vocalità e lo stile dei tuoi pezzi. Cosa ti porta a comporre, arrangiare e suonare, dove trovi l'ispirazione? R. Beh, credo che come per tutte le arti ci sia sempre del personale all’interno delle composizioni. Molto spesso attingo dalla mia vita, altre volte interpreto dei personaggi, ed altre ancora sono proiezioni mentali. Quindi anche tutto il lavoro di arrangiamento, che in “When things come easy” ho eseguito personalmente, è un lavoro “di pancia” perché i brani sono intimi. Resta il fatto che nelle prossime pubblicazioni cercherò di delegare molto di più! D-Cos'è per te la musica? R. Cos’è per me la musica? La musica è il suono che ha la mia vita. Mi accompagno sempre con la musica. Tante volte abbino situazioni alle canzoni. Non riesco a dissociare musica ed emozioni. Ma di fatto è anche quello che cerco di dare con le mie canzoni. Più ancora che un discorso strettamente tecnico o qualitativo, quello che mi impegno a trasmettere, specialmente sul palco, sono emozioni. D-Progetti per il futuro? R. Sto lavorando da qualche mese al nuovo progetto “Naked”. Si tratta di un lavoro più mirato, più intimo e ricercato. I brani sono di carattere molto più autoriale, meno pop o attenti allo spettacolo. Ora, dopo quasi tre anni di lavoro su me stesso, credo di conoscermi meglio, di essere più attento a quello che mi interessa trasmettere. Quello che cerco quindi è di approfondire questo contatto con i nuovi mezzi tecnico-artistici che ho coltivato. Sto cercando una produzione che si interessi al finanziamento ed alla cura del progetto, anche per un migliore inserimento nel mercato. Il mio motto è: “Se insisti e resisti, raggiungi e conquisti”. Spero che continui a valere come è valso in questi anni. Tengo le dita incrociate. E' uscito il 29 gennaio 2014 il nuovo album di Nello Fiorillo "Il cuore non si arrende". Nello Fiorillo, giovane cantautore napoletano, con le sua vocalità riesce a trasmettere la purezza delle emozioni, sa cogliere la bellezza delle semplici cose della vita, mette in musica pensieri, idee e riflessioni, catturando chi lo segue da tempo e chi lo scopre per la prima volta. I testi che l'artista propone non fanno altro che confermare la sua sensibilità, ogni brano fonde poesia e musica e l'intesa è perfetta. Il 17 settembre 2013 è uscito il singolo "Fuori tempo" un brano che ha anticipato il nuovo lavoro discografico. Fuori tempo affronta il tema dell'amore, un amore sofferto, che è sacrificio, perdono, sopportazione. L'amore in questo caso non è visto nell'ottica di sentimento esemplare, fatto di baci e carezze, ci sono aspetti più intimi che l'autore cerca di difendere con estrema sincerità. "Oggi mi sento fuori tempo/il mondo sembra spento e soffia forte il vento" si apre così "Fuori tempo", tra accordi di pianoforte che si ripetono nel corso del brano, con un ritmo che ci accompagna in un'atmosfera degna della buona musica italiana. Tredici tracce di grande valore che vedono la collaborazione di diversi autori per la scrittura dei testi e di validi arrangiatori per la parte musicale, citiamo Jo Carbonaro, Michela Zanarella, autrice di "Se ti va di sognare", Mino Sabani, Donato Grassi, Angelo Arcamone, Stefano Manenti, Angelo Morra, Luigi Montagna, Amedeo Perrotta, Maurizio Fracchetti. "Il cuore non si arrende" è disponibile su Itunes e su Amazon, si può acquistare nelle maggiori piattaforme musicali di vendita on line. Claudia Casciaro, giovane talento della musica di Marittima (Lecce), nota al pubblico per la sua partecipazione all' undicesima edizione del talent show "Amici di Maria De Filippi". E' la ragazza voce del gruppo Shock’n'roll, band nata nel maggio del 2009 con l’ idea di riproporre un repertorio che va dal blues degli anni ‘70 e ‘80 al rock dei giorni nostri. Ha al suo attivo diverse esibizioni dal vivo nei locali salentini effettuate prima di Amici e diverse esibizioni in varie città Italiane effettuate nel post-Amici. Nel 2013 ha pubblicato il singolo "Canta!" scaricabile da Itunes e da tutti i Digital Stores. D- Sei nota per la tua partecipazione all' undicesima edizione del talent show "Amici di Maria De Filippi, quando è iniziato il tuo percorso artistico? Quali studi hai fatto e chi è stato di supporto per la tua formazione? Si, grazie ad Amici ho avuto la possibilità di farmi conoscere al grande pubblico come cantante e come potenziale e futura artista. Sono cresciuta con la musica, ho iniziato a cantare all’età di tre/quattro anni, non ricordo con esattezza, ma ho vivido il momento in cui per la prima volta ricevetti un premio a soli sei anni con la canzone che mi ha accompagnato e che mi accompagnerà per molto altro tempo "La bambola" di Patty Pravo. Diciamo che è una dote ereditata da mio padre, anche lui amante della buona musica e un ottimo cantante. Questo ha fatto sì che io non incontrassi difficoltà nel volere intraprendere questa carriera perché comunque alle spalle avevo e ho due genitori che accondiscendono ad ogni mia scelta, soprattutto in campo artistico. Ritornando al discorso età, io canto da sempre, ma ho iniziato molto presto, all’età di 13 anni, a far parte di band e di gruppi che giravano per piazze e pub! La solita gavetta che ogni musicista o cantante che sia dovrebbe sempre fare prima di voler aspirare ad altro! Ho imparato da me, ho imparato per strada tutto ciò che sono adesso. D-Come hai affrontato l'esperienza di un talent show e quali vantaggi, se ci sono stati, ti ha portato questa realtà televisiva? Come ho detto prima, "Amici" è stato un bel trampolino di lancio, ciò che servirebbe a chiunque avesse intenzione di intraprendere questa carriera.Oggi come oggi partire da zero non è possibile...le case discografiche se non sei comunque conosciuto o quantomeno hai la possbilità economica di investire su di te non ci mettono mano, quindi l’unica alternativa sono i talent, ovviamente con i pro e i contro del caso. Io sono stata comunque fortunata e non, in quanto sono comunque rimasta nel ricordo della gente per la mia personalità artistica (che ritengo basilare) e poi perché comunque tutt’ora sebbene non supportata da major importanti, continuo la mia carriera tentando poco alla volta di farmi sempre sentire. D-Che cosa rappresenta la musica nella tua quotidianità? Quali sono gli artisti che consideri validi punti di riferimento? La musica è la mia quotidianità. Non è retorica, ma è un bisogno costante che uno ha per poter sopravvivere. Io ho fame di musica e voglio che sia il mio nutrimento a vita. Io nasco dal blues, i miei punti di riferimento sono rimasti agli anni 60, dove la vera musica si è fermata e ci ha lasciato in eredità vecchi miti come Janis Joplin ed Etta James, a cui oggi io guardo con nostaglia e malinconia. D-Emotivamente parlando cosa si prova ad esibirsi dal vivo? C'è un episodio particolare di qualche live che ci vuoi raccontare? Credo che non ci siano parole per esprimere ciò che si sente su di un palco.Forse l’unica sensazione a paragone potrebbe essere il sentirsi libera come quando si vola. Episodi particolari non ne ho da raccontare, posso dirti solo che ogni volta che salgo su di un palco, sia esso grande, sia esso piccolo è come la mia prima volta. Non mi ci abituerò mai, ma è quella l’emozione giusta che serve e che si deve avere. D-Il Salento, la tua terra, quali opportunità offre ad un giovane artista? Il mio Salento è ricco d’arte, il Salento è Arte.Tanti artisti affermati provengono da lì e tanti altri combattono ogni giorno per ritagliarsi un piccolo spazio nella scena musicale. Le opportunità ci sarebbero se venisse messo alla luce ogni tanto anche come territorio culturale legato alla musica e non solo ai paesaggi o al cibo e al mare. Il Salento è anche altro. D-Come nasce il singolo "Canta!" e che messaggio è racchiuso nel testo? Il singolo Canta! nasce dalla collaborazione con una cantautrice salentina che ha racchiuso in 3 minuti crica di testo tutto ciò che un cantante dovrebbe sempre dire e fare: cioè cantare e andare sempre avanti a prescindere dagli ostacoli che la vita può metterti davanti e che possono insorgere! Quello che importa è prendere consapevolezza dei propri obiettivi e perseguirli ad ogni costo. D-I tuoi prossimi impegni? I miei prossimi impegni??Giusto due tre cosucce...una Laurea imminente dopo tanto lavoro e poi il mio prossimo singolo che uscirà tra un paio di settimane, quindi state con me che ne vedrete e sentirete delle belle! MICHELA ZANARELLA TINO BISAGNI, LA LIBERTA' DI AFFASCINARE CON LA MUSICA di Michela Zanarella La sua pagina fan su Facebook ha superato i 38.700 “like” in poco tempo, il suo tour radio è un crescendo di successi.Tino Bisagni, autore e compositore di grande sensibilità artistica, nato a Parigi, vive e lavora in Svizzera ed ha una carriera di autentico spessore. I suoi album , “Catch me!” e “Looking at you”, sono in tutti i negozi di vendita on line. L’ultimo album è 4° in classifica sulla top chart di Reverbnation per la sezione pop. Michela Zanarella lo incontra per un’intervista esclusiva D- Ti sei avvicinato alla musica in giovane età. Cosa significa essere figlio d’arte? Che ricordi hai della tua infanzia? Ci racconti qualche episodio particolare? R- Essendo cresciuto in pieno ambiente artistico e grazie a mio padre, Getty Bisagni, pittore di rilievo internazionale, sono già da piccolo abituato a stare in compagnia di grandi personaggi. Walter Chiari era un amico di famiglia. Lucio Battisti passava delle serate con i miei genitori un locale nel centro di Milano che si chiamava “Da Pino, alla parete”. Pino, un filantropo che spesso aiutava gli artisti a cui dava volentieri un buon pasto in cambio di uno schizzo o un ritratto, era anche mio zio. E così era del tutto normale passare qualche serata con a fianco le Gemelle Kessler, anche loro frequentatrici del locale, e persino Christian Barnard, il famoso chirurgo Sud Africano che per primo effettuò il trapianto di cuore. Non parliamo di grandi personaggi della pittura e tantissimi altri che incrociavo regolarmente. In questo modo ho potuto vedere il mondo artistico fin dalla mia nascita, dal suo interno prima ancora che entrassi a farne parte io. Vedevo la fama, nel suo significato più ampio, con il suo volto reale, con le illusioni, le soddisfazioni ma anche le amarezze e le tristezze. Per questo nella mia vita ho sempre rivolto le mia attenzioni a quei miei colleghi molto bravi ma che non raggiungevano vette che meritavano ampiamente mentre altri di capacità molto più scarse, ottenevano successi del tutto immeritati. Hai presente la canzone che personalmente odio, di Gianni Morandi, “uno su mille ce la fa”? Ecco, io ho sempre cercato di andare a braccetto con gli altri 999. Quell’uno su mille ha sempre rappresentato per me quella figura odiosa di uno che arriva al successo prevalentemente per culo, anche se bravo, ovviamente, ma sempre per culo. Mi sono dedicato quindi alla tutela dei diritti dei artisti, dei musicisti, dei lavoratori dello spettacolo con varie associazioni che ho costituito, rintracciabili tranquillamente su internet digitando il mio nome e spulciando una ventina di pagine che riportano il link delle attività esposte su internet. Sono tuttora Presidente in Svizzera dell’associazione per la tutela die Diritti Civili, Il COSTUDICI ( www.costudici.org ) che ha la sua pagina anche su Facebook, un’associazione di quelle VERE, senza peli sulla lingua che non dipende politicamente da nessuno. Resto continuamente in contatto, grazie a Facebook, con molti miei colleghi dei locali notturni con i quali mantengo uno splendido rapporto di reciproca stima ed affetto. Molti di loro si sono trasferiti all’estero, e molti altri vorrebbero andarci ma non per suonare, per starci. Questo la dice lunga su quanto è cambiato nell’ambiente musicale col tempo. D- Il tuo percorso di studi prettamente tecnico ti ha portato dei benefici anche nella musica? R- Grazie agli studi di elettronica sono riuscito a fare delle sperimentazioni e ricerche, a 14 anni già stupivo i miei compagni, pensa che avevo costruito un distorsore e mi ingegnavo spesso nella creazione di sonorità particolari. Mio padre mi ripeteva sempre di mettere le spalle al sicuro, di fare degli studi che mi garantissero una tranquillità nel tempo, così ho proseguito in quella direzione, mantenendo sempre vivo il mio interesse per la musica. Tutto andava di pari passo. D- Ci citi alcuni artisti con cui hai collaborato durante la tua carriera? R- Ho suonato con vari artisti durante varie tounées. Ero una buona spalla ma con nessuno di questi è mai nata una vera amicizia e professionalmente erano più gelosie ed invidie a farla da padrone. Ero piuttosto coinvolgente, parlavo col pubblico, scaldavo l’ambiente al punto tale che davo fastidio non tanto al gruppo, ma agli organizzatori e agli agenti del gruppo. Per questo spesso ci spegnevano i monitor sul palco, dato che per forza di cose, di spazio e di personale, dovevamo suonare con la strumentazione del gruppo attrazione e non riuscivamo più a sentirci. Da buoni professionisti in quella metà degli anni 70, avevamo però i nostri trucchi per sincronizzarci seguendo la batteria, col batterista bravissimo che cercava di minimizzare i passaggi per non mandarci fuori tempo. Ho trascorso serate musicali con Memo Remigi, Giovanna, Leone di Lernia, che allora andavano fortissimo ma col tempo nessuno di questi si è più ricordato di nulla. Persino Memo Remigi che a suo tempo ho cercato di contattare via Facebook non mi ha mai risposto. Io stavo con il mio gruppo, loro si esibivano insieme a noi e poi ognuno per la sua strada, malgrado promesse, progetti che ci si scambiava al momento, ma che passavano subito nel dimenticatoio. Non ho mai suonato con nomi famosi, perché già a 19 anni avevo costituito il mio gruppo. Ho sempre avuto una costante continuità lavorativa come musicista e non sono mai rimasto a piedi lavorando prevalentemente nei locali notturni. Forse per questo né io avevo la necessità di rivolgermi ad altri, né altri a me per cui sono andato avanti per mia grande fortuna con la mia tranquilla carriera, senza compromessi, senza pericolosi sbalzi di livello. Questo non significa non avere grandi ambizioni, anzi ne ho sempre avute molte, ma queste vanno rapportate alla propria realtà. Nel mio giro professionale ero conosciuto ed apprezzato e tanto mi bastava per non scendere a compromessi di cui col tempo avrei potuto pentirmi. D-Quali sono le situazioni, i riconoscimenti che più ti hanno gratificato? R-Quest’ impostazione professionale mi ha permesso di viaggiare molto, di conoscere molti paesi, persone, usi e costumi. E’ sempre stato il lato più entusiasmante del mio percorso. Conoscere nuovi posti da turisti è un conto, ma conoscerlo da musicisti è tutta un’altra cosa. Si diventa durante il periodo di permanenza che può durare dai quindici giorni a due, tre o quattro mesi, parte integrante del luogo, come se si vivesse lì da molto più tempo. Viaggiare mi ha permesso di approfondire le mie conoscenze con la fotografia e con le riprese video, cosa che mi è tuttora di enorme utilità. Anche qui come nella musica, ho ricevuto vari premi, ma nulla che valga veramente la pena di essere citato. Invece il riconoscimento ufficiale, una bellissima coppa, consegnatami dal Presidente del Consiglio delle Landes, in Francia, per la realizzazione del mio album musicale “Catch Me” è importante in quanto mi ha permesso di passare all’attenzione delle Arts-Sciences- Lettres dell’Accademia di Parigi la quale mi ha conferito un’onorificenza che mi sarà consegnata durante la cerimonia di premiazione l’8 giugno a Parigi, nei saloni dell’Opéra, Ravel et La Verrière de l’Hôtel InterContinental Paris le Grand. E’ per me una soddisfazione inequiparabile, ponendomi orgogliosamente sulla scia di grandi nomi di fama mondiale appartenenti alla Società Accademica. D-Una tua riflessione sui talent show. Secondo te emerge davvero il talento da queste trasmissioni? R- Sono trasmissioni fatte a tavolino, non c’è quasi niente di reale, una volta il musicista, l’artista faceva un percorso di crescita, una gavetta, adesso si mira subito al successo. C’è gente di talento, ma i talenti sono davvero pochi. D-Una tua definizione di poesia. R- Lo straordinario potere di saper adagiare le proprie emozioni nell’animo altrui. D- Che cosa rappresenta nella tua quotidianità la musica? R- La musica è tutto ciò che si sente. Se è sgradevole diventa rumore. Quando parli emetti note musicali che possono essere trascritte. Una persona può avere una parlata gradevole o sgradevole, noiosa o entusiasmante a seconda delle note che emette. Un cane non capisce tutte le parole che gli rivolgi, ma capisce il tono della tua voce e questo tono potrà incutergli sicurezza, tranquillità paura o terrore. Questa è la musica di tutti i giorni, è il vero linguaggio universale di tutti gli esseri viventi. D-Progetti per il futuro? R- Sto lavorando ad alcuni progetti musicali per la Francia, non voglio anticipare troppo. Mi raccomando seguite tutte le mie prossime attività sul sito di ELFA Promotions! CONTATTI: Tino Bisagni è su FB: https://www.facebook.com/tino.bisagni?fref=ts Official Site: http://bisagni.ch/tinobisagni/WELCOME.html Ufficio Stampa e promozione ELFA Promotions www.elfapromotions.com |
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